Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Un fidanzato per mia moglie - Recensione

30/04/2014 | Recensioni |
Un fidanzato per mia moglie - Recensione

Cosa fareste voi mariti nel caso in cui vi sentiste esausti di vedere una moglie sempre triste, abbattuta, annoiata e per di più spesso arrabbiata col mondo intero?
Semplice, cercarle un amante per farsi lasciare! E’ la situazione che si trova ad affrontare il povero Paolo Kessisoglu alle prese con la mogliettina Geppi Cucciari.
Camilla (la Cucciari), sarda trapiantata a Milano per amore (lasciando il suo lavoro in una radio), sta per separarsi da Simone (Paolo Kessisoglu) dopo due anni di matrimonio. Alla vigilia dell’appuntamento in tribunale per la separazione, i due decidono di recarsi da una psicoterapeuta di coppia per valutare una possibile riconciliazione. Con l’occasione della seduta di terapia, facciamo un salto indietro e capiamo le ragioni che hanno portato alla separazione. Simone, incapace di scuotere la moglie sempre più depressa e insoddisfatta, aveva finito per ascoltare i consigli di Carlo (Dino Abbrescia), suo amico e datore di lavoro, che gli aveva suggerito di assoldare il Falco (Luca Bizzarri), un playboy sul viale del tramonto, al fine di spingere Camilla al tradimento e giustificare la separazione. Ma non tutto andrà come previsto.
E’ raro che in Italia si decida di girare un remake, abitudine più consona agli americani, ma in questo caso l’idea è venuta al produttore Beppe Caschetto (artefice di importanti successi della commedia italiana) che è rimasto colpito dalla pellicola argentina Un novio para mi mujer diretta da Juan Taratuto nel 2008 (e purtroppo inedita in Italia). Da qui, la proposta di rifacimento affidata al regista Davide Marengo (che torna al cinema dopo l’esordio nel 2008 con Notturno Bus, cui sono seguite regie di serie televisive come Il commissario Manara e Boris) che si è affidato in fase di sceneggiatura all’esperienza di Francesco Piccolo e Dino Gentili.
Lo schema dell’intreccio è leggero e, se da un lato confina con l’assurdo tipico di alcune commedie, dall’altro è anche molto vicino alla realtà e ricco di interessanti venature sociali di stretta attualità.
Una donna sradicata, disoccupata, depressa, annoiata, senza stimoli e un marito che, al fine di farsi tradire (e quindi lasciare), le trova un lavoro (pagandole addirittura lo stipendio) e le fa ritrovare sé stessa. E così le capacità dialettiche della donna tornano a galla, la sua abilità di elencare con intelligenza e sarcasmo le cose che non sopporta decretano il successo della rubrica radiofonica che le viene affidata. Risultato, il ritrovamento dell’identità sociale che avviene grazie al lavoro compie il miracolo del cambiamento, la protagonista ritrova il sorriso, la voglia di vivere e … un potenziale amante. Ma, proprio allora il marito (che aveva incaricato il playboy di sedurla) si riavvicina alla donna che ama. Il piano diabolico che aveva messo su, rischia quindi di ritorcersi contro di lui.
L’amore, la coppia, il matrimonio al tempo della crisi e alcune verità drammaticamente attuali: la perdita del lavoro e la conseguente crisi di identità, la mancanza di stimoli, e infine le idiosincrasie tipiche di molte donne dell’Italia di oggi. Su tutto, una spruzzata di romanticismo sofisticato (ammirevole per una commedia nostrana) e leggera ironia.
Ma, più che nei temi trattati, il vero asso nella manica sta nella scelta degli interpreti, tutti campioni di comicità televisiva, capaci di farsi notare per naturalezza, simpatia, verve e perfetta aderenza ai ritmi della commedia cinematografica. Geppi Cucciari, alla sua prima volta al cinema come vera protagonista, Paolo Kessisoglu, perfetto nel dosare romanticismo e comicità nel ruolo del marito succube del cinismo della moglie ma ancora innamorato e Luca Bizzarri cui è affidato il ruolo più macchiettistico del playboy decaduto dopo il fallimento di un fantomatico matrimonio con la figlia di Pelè (fonte d’ispirazione dichiarata l’ex playboy Daniel Ducruet, ex bodyguard ed ex marito della principessa Stéphanie di Monaco). Cameo per il duo Ale e Franz nei panni di una coppia gay.
Altra chicca che solleva il prodotto dalla media, le musiche composte e arrangiate da Massimo Nunzi su cui spiccano alcune canzoni scelte ‘ad hoc’: “Ma che freddo fa” di Nada (che accompagna la deliziosa la scena del balletto in casa tra i due coniugi) e l’ammaliante brano “Te quiero para vivir” magistralmente interpretato dalla voce di Peppe Servillo (in duetto con Geppi Cucciari) che risuona sui titoli di coda.

Elena Bartoni

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency